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Ukyio: il pianoforte del Sol Levante a Padova

di Filippo Simonelli - 11 Settembre 2023

Il Festival Bartolomeo Cristofori di Padova torna come di consueto a metà settembre, e anche quest’anno presenta degli elementi distintivi molto forti che lo rendono un progetto originale e con una forte identità da Capitale del pianoforte. Gli eventi del Festival di quest’anno, in programma dal 14 al 26, ruotano attorno al Giappone, ai suoi musicisti e alla sua tradizione artistica.

Con “Ukyio, il pianoforte del Sol Levante”, il Cristofori esplora diversi aspetti della cultura musicale giapponese, da quelli più noti al grande pubblico – la sua genìa di grandi virtuosi, ad esempio – a quelli di nicchia – una florida scuola compositiva e un’orchestra nata come società per azioni, per dirne solo un paio. Per farlo, l’organizzazione si appoggia su partnership istituzionali, come quella con il Consolato del Giappone oltre che con gli enti locali del territorio, sponsor privati come Mitsubishi e le altre realtà musicali che operano in sincronia. Ma andiamo per gradi.

L’artista in residenza di quest’anno: Mao Fujita

Ad inaugurare il Festival con tutto il territorio sarà l’Orchestra di Padova e del Veneto. Sotto la bacchetta di Wolfram Christ, l’OPV accompagnerà una delle stelle di questo Cristofori, Mao Fujita, artista in residenza di questa edizione. I più attenti di voi ricorderanno la sfavillante performance di Fujita al concorso Tchaikovskij, tale da valergli una medaglia d’argento nell’ambitissimo concorso. Il programma della serata di apertura, prevista per il 14 settembre, offre una sapiente miscela di repertorio tradizionale europeo con spunti dal Sol Levante. Fujita eseguirà il concerto di Schumann, mentre l’orchestra proporrà, insieme a un evergreen come l’Italiana di Mendelssohn, il Trittico per archi del nipponico Akutagawa.

Questo compositore merita una piccola digressione: nato negli anni ’20 del ‘900 e attivo dalla metà del secolo fino al 1989, anno della sua morte, Akutagawa fu uno dei principali sostenitori del neoclassicismo europeo nel suo paese, nonché autore di musiche per film popolarissimi nel suo paese.

Fin qui nulla di stupefacente, non fosse altro per il modo in cui portò a compimento la sua “missione”. Akutagawa, dopo essersi formato in Giappone, scelse l’Unione Sovietica per perfezionarsi. Il problema principale di questa decisione era legato al fatto che negli anni ‘50 Giappone e Unione Sovietica non avevano rapporti diplomatici, e dunque non era possibile che i cittadini di un paese visitassero l’altro per alcun motivo. Akutagawa scelse di non farsi intimorire dalla politica tesa di quegli anni ed entrò comunque nel paese, in modo illegale naturalmente, ma guadagnandosi così l’amicizia di Shostakovic. La musica del compositore di Leningrado è una delle tante ispirazioni che si possono trovare nelle sue partiture, specie in quelle giovanili: il Trittico per archi, che ricade proprio in questa categoria, non fa eccezione.

Terminato l’excursus storico, è il momento di tornare a Fujita: l’artista nipponico, infatti, sarà protagonista di altri due eventi musicali, questa volta cameristici. Un recital solistico, la sera del 16 settembre, con un programma a tasso crescente di virtuosismo. La Fantasia in do minore di Mozart, seguita dalla Sonata n.14 dello stesso autore; due polacche di Chopin, e per finire la Sonata in si minore di Liszt. Il programma più interessante che lo vede coinvolto è probabilmente quello dell’altra serata cameristica, però. Il 21 settembre assieme al Quartetto Indaco Fujita porterà nella Sala della Carità di Via San Francesco un programma con il Quintetto di Schumann e una vera rarità, quello di Taneev. Questo quintetto sarà una scoperta per il pubblico in sala, che sarà guidato in questa avventura dalla slavista dell’ateneo padovano Claudia Criveller. Nell’attesa di essere in sala e prima di voltare pagina vi lasciamo una piccola citazione da un nostro precedente articolo che un po’ spiega la musica del suo autore:

“La musica di Taneev è la musica di uno scienziato del contrappunto, che solo dopo mesi di elucubrazione cerebrale si appresta infine a entrare nel laboratorio. Gli si farebbe torto però a ritenerla una musica fredda e calcolatrice: se la sovraeccitata espansività del maestro Čajkovskij […] gli è estranea, non lo è l’espressività più accesa, […] l’afflato intimo e tenero o la maestosità più pomposa.”

Può un’orchestra diventare una S.P.A.?

A fare da contraltare a Mao Fujita spicca un altro suo connazionale, il pianista-direttore-manager Sorita, protagonista della serata successiva a quella dei quintetti, il 22 settembre. I tre titoli che gli vengono attribuiti non sono casuali: con la sua orchestra, la Japan National Orchestra, di cui è direttore e produttore, sarà al tempo stesso direttore e solista. Il programma prevede la Serenata di Tchaikovskij, Fratres di Arvo Pärt e il Concerto per pianoforte e tromba di Shostakovic.

Kyohei Sorita è un musicista con un curriculum di spicco, senza dubbio: basta scorrere la sua bio per vedere premi, medaglie e concorsi in gran quantità, tra cui un secondo posto allo Chopin. Questo fattore, di per sé, sarebbe sufficiente a farne un tratto distintivo, ma a renderlo unico è il fatto che lui l’Orchestra, la sua orchestra, se l’è creata da solo. E ne ha fatto un progetto dichiaratamente a scopo di lucro, quindi con un aspetto economico e manageriale che poggia sullo stesso piano di quello artistico.

Ecco, questa sua orchestra debutta al Cristofori per la sua prima tournée italiana, anche con il supporto di giganti come Mitsubishi e DMG Mori, e propone al pubblico non solo un’esperienza musicale ma anche un modello di business artistico. Basti pensare che la JNO è una società per azioni, con una storia di progressivo sviluppo, un capitale di dieci milioni di Yen e ambizioni per il futuro veramente importanti. Ci torneremo.

Il viaggio e il territorio: il Cristofori a Padova e in Veneto

Padova è il centro del Festival, e non lo sono solo i suoi luoghi principali e forse più ovvi. La città di per sé può proporre una propria offerta artistica di livello, che anzi va ad interagire in maniera naturalissima con la programmazione del Festival, sia in termini di partnership che di spazi. Ed è così che entrano in contatto altre iniziative, come il Festival Homenaje del Barco Teatro, dedicato alla chitarra classica e con cui il Cristofori propone una serata ibrida, con il duo pianoforte-chitarra formato da Antonino Fiumara e Flavio Nati. Altre iniziative poi porteranno gli ascoltatori nel metaverso, come nel caso del Boidi Piano Duo che dialogherà con l’illustratore Carlo Piu grazie alla collaborazione con la scuola internazionale di Comics. Oppure, si può addirittura finire al Bar, ribattezzato Bar-tolomeo per l’occasione, grazie alla rinnovata partnership con Blended e i compositori di Taverna Maderna.

Il Festival Bartolomeo Cristofori è per l’appunto l’iniziativa legata al grande “cembalaro” di cui porta il nome e alla riscoperta del suo lavoro che portò di fatto alla nascita del moderno pianoforte. Negli anni a partire da questa figura si sono ramificati una serie di possibili itinerari che hanno portato anche molto lontano, sia geograficamente come quest’anno che tematicamente, arrivando a toccare anche temi apparentemente distanti.

Ma queste stesse ramificazioni raggiungono anche gli altri territori intorno a Padova, per fare del Cristofori un festival che raccolga come bacino di pubblico tutto l’area euganea e il resto del Veneto. Quest’anno accanto al capoluogo patavino ospiteranno concerti Conegliano, Rovigo, Abano Terme ed Arquà Petrarca. Quest’ultima merita una menzione già prima che ci inoltriamo all’interno della fitta programmazione del Festival, e c’è un motivo. La città che diede i natali al cantore di Laura ospiterà un recital solistico della pianista Chisato Taniguchi in cui verrà eseguita anche una prima assoluta del compositore, anch’egli giapponese, Gondai. Ad ispirarlo è stato proprio Petrarca, di cui ha messo in musica il sonetto 333.

Un gran finale tradizionale?

A chiudere il sipario su questo festival Cristofori sarà un volto ben noto al pubblico patavino, Leonora Armellini. La solista proporrà il terzo concerto della sua serie dedicata all’integrale pianistico di Chopin nella sala dei Giganti. La fama di Leonora Armellini, già ben nota in patria ma cresciuta esponenzialmente dopo l’affermazione all’ultimo concorso Chopin, funge da perfetto contraltare all’esotismo ricercato e predominante in tutta la programmazione del Festival. Questo però non significa rifugiarsi in un repertorio di comodo per compiacere l’audience: l’integrale di Chopin è fatto in gran parte di brani che al pubblico non arrivano mai o quasi, e che proprio per questo possono fungere da nuova lente analitica, da chiave di lettura originale per comprendere uno degli artisti più amati ma forse più fraintesi di tutto il repertorio romantico. Ad accompagnarla in questo ambizioso progetto, per l’ultima fatica di Sisifo, il direttore artistico Alessandro Tommasi, che chiude il proprio festival in veste di relatore.

C’è molto altro in questo festival, che forse non entrava nelle pagine di una presentazione ma che potrebbe essere esattamente il concerto che cercavate: il programma completo si trova qui. E per tutto il resto, i canali social del Cristofori (e anche i nostri) vi racconteranno passo dopo passo questo viaggio, da Padova al Giappone e ritorno.

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