Ultimo aggiornamento28 maggio 2024, alle 11:47

Cinque ascolti per incontrare Sor

di Filippo Simonelli - 14 Febbraio 2016

I nostri consigli per accostarsi al grande compositore per chitarra.

Il nome di Fernando Sor è poco noto al di fuori della cerchia dei chitarristi classici. Eppure si tratta di uno dei compositori più amati e popolari nella Parigi del primo ‘800, in cui i suoi concerti erano gremiti come quelli dei più famosi virtuosi degli altri strumenti, di cui era anche amico e confidente. Teneva concerti con Franz Listz e veniva chiamato, forse con un leggero eccesso di zelo, il Beethoven della chitarra. In realtà, a giudicare dalle ispirazioni delle sue composizioni e dallo stile di scrittura si potrebbe azzardare a definirlo il Mozart della chitarra.

La sua eredità è stata fondamentale per tutti gli strumentisti che dopo di lui si sono dedicati alle sei corde. Il primo brano che un giovanissimo Andres Segovia eseguì in pubblico era il suo Studio in Si Minore , tanto per fare un nome di un certo rilievo. Sor ha scritto tanto, e non solo per chitarra, ma è proprio lì che ha lasciato un’impronta indelebile. Vi proponiamo cinque ascolti fondamentali per entrare più a fondo nel mondo della chitarra e conoscere al meglio questo compositore.

Iniziamo con le celebri Variazioni su un Tema di Mozart. Il musicista di Barcellona si trovava nel suo primo esilio, in Inghilterra, quando compose l’Opus 9, ridando linfa alla fama della chitarra in una nazione che, perse le tracce di John Dowland, aveva dimenticato gli strumenti a corda. Il tema del Flauto Magico, tratto dall’Aria “O cara armonia” o secondo alcuni da arrangiamenti cameristici che andavano per la maggiore all’epoca in Inghilterra, si presta perfettamente alle riletture virtuosistiche di Sor, ed è non per caso diventato uno dei pezzi più celebri del repertorio chitarristico.

Un’altro caposaldo dell’opera di Sor sono gli Studi. Il compositore spagnolo compose ben sei raccolte di studi e un metodo, e gli autori successivi ne hanno attinto a piene mani per costruire un repertorio necessario per gli studenti di chitarra. Come nel caso degli studi pianistici di Chopin, alla ricerca tecnica si abbina un gusto melodico e quando possibile anche una cesellatura armonica in grado di far apprezzare al giovane neofita dello strumento la composizione chitarristica in tutte le sue sfaccettature. Gli studi che vi proponiamo, rispettivamente n.5 e n.19 della selezione di Andres Segovia, furono anche inclusi da virtuosi del calibro di Narciso Yepes nei loro repertori da concerto, a testimonianza dell’alto valore artistico della musica.

L’Andante Largo era uno dei pezzi irrinunciabili nel repertorio Segoviano. Pare che infatti uno dei suoi primi maestri, il modesto dilettante di chitarra flamenco Garbiel Ruiz de Almodovar, avesse fornito al giovane e ardente allievo della musica con cui esercitarsi da solo dopo che questo aveva largamente superato il livello del discente. Tra questi pezzi figurava anche l’Andante op.5 n. 5 di Sor, che da quel giorno non se ne sarebbe più andato, superando i momenti di amore e odio che hanno caratterizzato il rapporto di Segovia con la musica di Sor, accompagnando il maestro nelle sue tourneè in tutto il mondo, dall’Uruguay fino alla Casa Bianca.

Chiudiamo la nostra rassegna di Sor con il Gran Solo op.14. L’opera, scritta in forma sonata rappresenta forse la vetta compositiva del Sor classicista dal punto di vista strettamente formale, vista l’aderenza al canone della Sonata, ma il pirotecnico virtuosismo e la ricerca dinamica sullo strumento, che oggi è ancora più aiutata dallo sviluppo delle tecniche di liuteria del ventesimo secolo, ne fanno uno dei pezzi più amati e al tempo stesso più temuti dai chitarristi.

Filippo Simonelli


Articoli correlati

tutti gli articoli di Filippo Simonelli